GLI ANNI OTTANTA

Siamo agli anni ottanta. La fase più turbolenta è alle spalle. 

Sono nati i club, è nata la Federazione italiana volo libero, è uscita una rivista specializzata, “L’aquilone”, è stato adottato prima il casco e poi il paracadute di emergenza e, non ultimo, le ali ora permettono dei bei voli

 

Storico quello di Silvio Negrizzolo nella primavera dell’81 da Ceresana ad Aviano. 

Da quel volo e da un’idea un po’ folle del direttivo del Volo Libero Montegrappa nascerà l’anno dopo il Meeting Montegrappa, con le gare e l’annessa fiera del materiale di volo che ancora oggi, a Pasqua, riempie di cieli della pedemontana. Iniziavano infatti i primi raduni, le prime competizioni e i nostri hanno pensato bene che le condizioni primaverili erano un’ottima data per organizzare una manifestazione ai piedi del Grappa. 

 

Purtroppo non mancano incidenti e inconvenienti. Ivano Marzotto (Nene), forse il pilota più promettente di quegli anni, perde la vita a bordo di un ultraleggero pilotato da un maggiore dell’Aeronautica. Primi anni 80: Flavio Cavalli rompe un’ala del delta sulle Meatte, precipita, lancia l’emergenza che però si impiglia nella struttura. Sembra non ci sia scampo e invece cadendo il moncone dell’ala si pianta nel terreno e lui rimane appeso alla chiglia, a 30 cm da terra. 1983/84 Roberto Scalettari decolla inavvertitamente sotto un fronte occluso (non c’erano mica i satelliti allora). Inizia a salire aspirato dal cumulo. Il delta si copre di ghiaccio, qualche cavo si rompe. Quando torna a vedere il sole l’altimetro da polso gli indica 5980 m. Atterra nella zona di Marostica: nei pressi si sta festeggiando una prima comunione e lo ubriacano di brutto. 

 

Grazie al coordinamento offerto dal club inizia a farsi lentamente strada anche il concetto di sicurezza volo, non da tutti accettato e condiviso per la verità. Come la volta che Flavio, all’epoca ancora presidente del club, sequestrò le stecche a un pilota per impedirgli di volare dentro la nebbia. Quando Flavio se ne andò l’irriducibile entrò ne bosco, tagliò qualche ramo di nocciolo e usò quelli per il delta… 

 

Sono gli anni in cui viene costruita la pedana, si identificano decolli e atterraggi ad hoc, si fanno i primi difficili accordi con i contadini… Nel 1984 “nasce” il decollo di Campeggia, ancora oggi usato per le gare di delta. Quell’anno aveva fatto molta neve (fu l’unica volta che chiusero per neve persino le scuole di Rosà, me lo ricordo bene…). Il panettone era inagibile. Ad una settimana dalla gara ancora non c’erano soluzioni in vista. Poi grazie a una serie di fortunate circostanze e conoscenze, nel giro di 3 (dicasi tre!) giorni si riuscì a fare interrare la linea elettrica di col Campeggia e la gara partì regolarmente. 

 

Dalla seconda metà degli anni ottanta appaiono in Grappa anche i primi parapendio… molto pendio e poco para vista la “distanza” a cui volano dagli alberi: praticamente zero. 

 

1988: il movimento ha assunto una rilevanza tale che viene approvata una legge per regolamentare l’attività

Nel giro di pochi mesi i piloti in attività si vedono riconoscere un attestato ufficiale dall’Aero Club d’Itala. 

Subito dopo nascono le prime scuole (la Manta è del 1989) e iniziano i corsi “regolari”.